regime minimi unione europeaLo Stato italiano ha introdotto nel 2008 una struttura fiscale agevolata per chi libero professionista è agli inizi della sua carriera e per chi ha un giro d’affari contenuto. Come abbiamo già illustrato nel nostro articolo “Lavorare senza partita iva?” i benefici sono sensibili e lasciano respirare una categoria che soffre per la burocrazia e le continue pressioni. Tali agevolazioni devono essere approvate dall’Unione Europea. State forse pensando che Bruxelles stia facendo ostruzionismo all’Italia? Siete sulla cattiva strada!

Da gennaio la UE (Gazzetta Europea il 27 novembre) ha approvato l’innalzamento del massimo fatturato annuo per beneficiare del regime a 65.000€ dai 30.000€. Rappresenta questa un’opportunità da prendere al volo!

Invece? Invece la legislazione italiana ha deciso di non integrare questa modifica perché le finanze delle Stato soffrono e si ha sete di tasse. Fatto sta che nulla cambia per il 2014.

Si poteva fare qualcosa per i freelance? Certo! Le agevolazioni fiscali consentono un’aliquota del 5% per i primi 5 anni di attività ma  sono solo una parte delle agevolazioni al regime dei minimi. Si poteva per esempio mantenere l’aliquota piena per i fatturati sopra i 30000€ ma conservare lo snellimento burocratico: niente IVA, niente libri contabili e ritenuta d’acconto. Il bilancio dello Stato non ne avrebbe sentito ma i professionisti freelance avrebbero potuto respirare e tornare a sperare in uno Stato amico.

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